Presentazione del libro, Roma, 2 luglio 2009

Registrazione completa della presentazione del libro di Franco Debenedetti e Antonio Pilati, organizzata da Pol.is. a Roma, Camera dei Deputati, Palazzo Marini, 2 luglio 2009.
Presenti gli autori, sono intervenuti Massimo D’Alema e Maurizio Sacconi. Il dibattito è stato presentato da Enrico Manca e moderato da Oscar Giannino.

La registrazione è tratta dal sito di Radio Radicale



Se D’Alema vuol privatizzare la Rai

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Di Alberto Mingardi, Chicago-Blog del 03 Luglio 2009

Oggi alcuni giornali riportano una dichiarazione di Massimo D’Alema, il tg di Minzolini e’ come la televisione sovietica, uscita di bocca all’ex primo ministro ieri sera, alla presentazione romana del libro di Debenedetti-Pilati (qui su Radio Radicale). Coordinava i lavori il nostro direttore, Oscar Giannino, e assieme con D’Alema c’era Maurizio Sacconi, che all’uscita del Presidente di Italianieuropei ha risposto con l’ironia di un “se lo dici tu…”.
Tuttavia, bisogna constatare che la vera notizia sui giornali manca. Non si da conto cioe’ di come ieri sera Massimo D’Alema si sia in buona sostanza dichiarato favorevole alla privatizzazione della Rai, come unico modo per “attutire” (e non attraverso norme, leggi e leggine del resto facilmente aggirabili, cui ha giustamente riconosciuto una salienza limitata) il conflitto d’interessi in capo a Berlusconi.
Ora, si puo’ giustamente obiettare a D’Alema (come ha fatto Franco Debenedetti): scusa, ma perche’ non ci hai pensato quando potevi? D’Alema sul punto qualche giustificazione l’ha accampata, ma e’ stato divertente ascoltare il leader piu’ attrezzato della sinistra fare l’elogio di Murdoch e di una competizione accesa e muscolare, come migliore antidoto alla anomalia berlusconiana.



“Tv e Politica”, Nove in punto. La versione di Oscar, Radio24, 2 luglio 2009

Ormai trent’anni di vita politica italiana sono stati dominati dalla questione televisiva: dalla diffusione della Tv a colori alle televisioni private e poi all’impero berlusconiano; dalle prime risposte della sinistra italiana negli anni Settanta fino al ruolo di Craxi e al grande scontro innescato dalla discesa in politica di Silvio Berlusconi; dall’attenzione con cui il mondo della cultura ha dapprima letto le novità dell’industria televisiva fino alla guerra di trincea condotta dal quotidiano  La Repubblica contro la televisione commerciale. Quest’ultima ha contribuito alla costruzione di inediti assetti politici, paralleli e diversi rispetto a quelli ufficiali. Del rapporto tra televisione e politica e dell’influenza politica della televisione sui cittadini italiani ne ha discusso Oscar Giannino con Franco Debenedetti, già senatore con il centrosinistra per tre legislature e autore con Antonio Pilati del libro La guerra dei trent’anni. Politica e televisione in Italia (1975-2008) e Antonio Padellaro, già direttore de L’Unità e autore del libro Io gioco pulito.

Registrazione della puntata del 2 luglio 2009, ore 9 andata in onda su Radio 24.

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Trent’anni di guerra della TV

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Di Filippo Ceccarelli, La Repubblica del 02 luglio 2009



La Guerra dei 30 anni

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Da Il Messaggero del 2 luglio 2009



Sinistra in guerra per il piccolo schermo

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di Davide Giacalone, da Libero del 26 Giugno 2009

Fu una guerra di religione e di potere, con la religione usata quale strumento di potere e il potere come mezzo d’imposizione religiosa, che sconvolse l’Europa nella prima metà del XVII secolo. È un riferimento voluto e significativo, nel libro che Franco Debenedetti e Antonio Pilati dedicano a “Politica e televisione in Italia” e a cui hanno dato, appunto, come titolo La guerra dei trent’anni (1975-2008) (Einaudi, pp. 304, euro 19). Attorno al piccolo schermo si sono misurati, per tanti anni, i dogmi e il potere. Ma, attenzione, le pagine di Debenedetti vanno ben oltre la pur importante storia televisiva: arrivano al cuore di una questione politica aperta. Meritano la massima attenzione.

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Ecco perché la sinistra non sa guardare la tv

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Di Nicola Porro, da Il Giornale del 25 Giugno 2009

È uno di quei libri che conviene leggere più che raccontare. Purtroppo sarà destinato più ad essere raccontato che ad essere letto. Si farà commercio delle storie dei suoi due autori. Si dirà che Franco Debenedetti è un «riformista» certo, ma di quelli maverick, originali. Che ha persino unito il cognome, invece di dividerlo, come al contrario ha preferito il fratello Carlo. E di Antonio Pilati si confonderà la sua passione per il mercato televisivo, nata in periodi non sospetti, con l’accondiscendenza alle tesi di Mediaset. Ma di commercio, appunto, si tratta. La guerra dei trent’anni più che della televisione commerciale, tratta di storia politica.

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2 luglio 2009, Presentazione del libro a Roma

Presentazione del libro di Franco Debenedetti e Antonio Pilati, organizzata da Pol.is. Presenti gli autori, ne discuteranno Massimo D’Alema e Maurizio Sacconi.Il dibattito sarà introdotto da Enrico Manca e moderato da Oscar Giannino. Roma, Camera dei Deputati, Palazzo Marini, 2 luglio 2009 ore 18.30 polis_web



E il commissario Antitrust smaschera le bugie di Veltroni

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da Il Giornale del 25 Giugno 2009

Nello scrivere a proposito del libro La guerra dei trent’anni. Politica e televisione in Italia (1975-2008) (Einaudi, pagg. XIII-303, euro 19) di Franco Debenedetti e Antonio Pilati – ma in questa pagina mi occuperò solo del secondo – devo premettere di essere stato (sia pur lievissimamente e per brevissimo periodo) maldisposto verso uno dei due autori, l’autorevole commissario all’Antitrust Pilati, perché mi ha invitato a una presentazione del suo saggio dove oltre a lui e altri eccellenti discussori come il co-autore Debenedetti, Fedele Confalonieri, il perfetto moderatore Ferruccio de Bortoli, è intervenuto anche un Walter Veltroni, ormai libero da responsabilità politiche e dunque ancora più retorico del solito, che ha descritto la lunga guerra sulla tv del Pci, poi Pds, poi Ds, poi Pd come una grande battaglia «liberale» per le «regole».

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Trent’anni di guerra tv e il futuro del piccolo schermo

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di Gaia Passerini, da Il Recensore del 23 Giugno 2009

Trent’anni di guerra tv e dalla rottura del monopolio Rai. Conflitto d’interessi, futuro della televisione, nuove tecnologie nel libro di Franco Debenedetti e Antonio Pilati “La guerra dei 30 anni, politica e televisione in Italia” (Einaudi, 2009). Alla presentazione di Milano, giorni fa, botta e risposta tra Fedele Confalonieri e Walter Veltroni. Quattro quesiti referendari, diciotto sentenze della Corte costituzionale, crisi di governo: per 30 anni, la questione televisiva si è intrecciata con le vicende politiche italiane.
Non è successo in nessun altro Paese occidentale; in nessuno il proprietario di quasi metà dei canali televisivi nazionali si presenta alle elezioni cinque volte in quattordici anni, per tre volte le vince e diventa capo del Governo. Più di trent’anni è durata la «guerra» televisiva. Le sue radici affondano nella critica all’industria culturale. Le sue battaglie sono state parte di un gioco che aveva per posta l’assetto politico del Paese: gli anni Ottanta, l’ascesa del Cavaliere, il formarsi dell’Ulivo e la sua fine con la caduta del Governo Prodi, le leggi Maccanico, Gasparri e Gentiloni, la travagliata esistenza del Pd, il naturale alternarsi dei cicli politici. E, ora, siamo nei giorni scuri in cui alcuni potrebbero perdere fiducia nel futuro del capitalismo.

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