Il conflitto di interessi? Non c’è più

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di Luca Bergamin, su Vanity Fair n.23 del 10 giugno 2009

Nel nuovo libro di Franco Debenedetti, 30 anni di guerre tra piccolo schermo e politica. Con un finale a sopresa.

“La sinistra, col discorso pronunciato da Veltroni al Lingotto nel 2008, ha decretato la fine dell’antiberlusconismo come asse della sua strategia politica. Conflitto di interessi compreso”.  Per Franco Debenedetti, senatore per il centrosinistra per tre legislature, e oggi autore di La guerra dei trent’anni, nuovo libro scritto con Antonio Pilati, membro dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Einaudi,  pagg. 318, 19 €), è caduto infatti anche l’argomento del potere mediatico come alimento dei successi del premier. Insomma, “la guerra è finita: per sfinimento e per i cambiamenti avvenuti in questi tre decenni”.

E ha vinto lui, Berlusconi…

“Ha trovato parole e fatto alleanze che meglio interpretano i cambiamenti sociali di questi anni: la sinistra non c’è riuscita. Ma la guerra è finita anche perchè non c’è più la contrapposizione Rai-Mediaset e ci sono altri attori, come Sky, mentre le notizie viaggiano su altri mezzi, telefonini, Internet, social network”.

Siamo alla vigilia del voto per le Europee. Non tornerà la solita accusa a Berlusconi di usare le proprie Tv per convincere gli elettori?

“Votare non è come comprare un dentifricio. Col voto si esprime un’identità di valori, adesioni e storie personali. Esistono anche le controprove: la Lega, negli anni ’90, è emersa senza nessun supporto televisivo. Prodi ha vinto due volte contro Berlusconi. Le chiedo: un elettore del Pdl vota Berlusconi perchè ha visto Emilio Fede, o guarda il Tg di Fede perchè vota Berlusconi?”.

Al di là delle Tv, pensa che le ultime vicende personali di Berlusconi possano fargli perdere consenso?

“Si ricorda il famoso romanzo della Rochefort, che fece scandalo negli anni ’60 per una storia di sesso non convenzionale? Si intitolava Il riposo del guerriero… Dopo la guerra delle tv, il roposo…”.



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