Informazione: Confalonieri, il conflitto d’interessi esiste
Da Libero del 18 Giugno 2009
Nel nostro paese esiste, per quanto riguarda l’informazione, un conflitto di interessi, ma al tempo stesso non si puo’ essere arbitro e giocatore. A discuterne questa sera a Milano sono stati il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri e l’ex segretario del Pd Walter Veltroni durante la presentazione del libro ‘La guerra dei trent’anni-Politica e televisione in italia 1975-2008′ scritto da Franco Debenedetti e Antonio Pilati. Nel vivace dibattito che ha contrapposto Confalonieri e Veltroni sul ruolo dell’informazione in Italia, dal presidente di Mediaset e’ venuta l’ammissione che “il conflitto di interessi esiste”.
Partendo dal titolo del libro ‘La guerra dei trent’anni’ Confalonieri ha spiegato come piu’ che di guerra si tratti di concorrenza. “Una concorrenza -ha spiegato- che per certi concorrenti e’ finita perche’ la tecnologia ha spostato il campo. Oggi c’e’ la tv digitale, il satellite, internet -ha proseguito Confalonieri- ma ci vogliono delle nuove regole dettate soprattutto dalla tecnologia. Inoltre -ha proseguito- c’e’ Murdoch che e’ l’editore piu’ forte del mondo, ha i piu’ grandi giornali del mondo e ha capito prima di tutti cosa fosse la pay tv. Il futuro e’ questo e bisognera’ attrezzarsi, assecondare la tecnologia senza pero’ dimenticare che prima di tutto ci sono i contenuti”.
Veltroni ha sottolineato come vi sia pero’ una lettura particolare che va in un’unica direzione in questo passaggio complesso della televisione, un passaggio, ha detto “che si sta configurando con un pensiero unico. Mi rendo conto di quanto potesse essere dura nel periodo della egemonia del centrosinistra per gli esponenti di destra e oggi ci troviamo nella situazione opposta. Detto questo pero’ dal punto di vista del paese la rottura del monopolio televisivo e’ stato un fatto positivo perche’ le tv locali sono state una grande ricchezza”.
Una ricchezza che pero’, secondo Veltroni, andava meglio regolata “e non capisco come mai in questo paese -ha osservato- non si riescano mai a fare le regole se non a cose gia’ fatte. Non si puo’ essere giocatori e arbitri perche’ se le regole vengono fissate dai giocatori la partita e’ falsata. Non avere affrontato questo problema quando il centrosinistra era al governo e’ stato un errore ma non affrontarlo ora dal centrodestra sarebbe altrettanto sbagliato perche’ nessun paese al mondo e’ governatore da chi ha in mano gran parte della comunicazione”.
“Vorrei trovare una lingua comune per la bellezza dell’informazione che deve essere pluralita’ delle voci. Non c’e’ informazione democratica -ha proseguito Veltroni- dove non c’e’ differenza tra chi governa e chi fa informazione e la terza fase televisiva, dopo quella del canale unico e delle tv private dovra’ essere quella in cui la tv sara’ liberta’ di scelta e non omologazione di linguaggi e contenuti come quella attuale”.
A questo punto pronta la replica di Confalonieri che ha ricordato a Veltroni di essere nato “quando alla Rai non si poteva neppure pronunciare la parola seno. Significa forse che oggi tutti i giornalisti sono venduti? -ha chiesto Confalonieri a Veltroni- Che non ci sono piu’ i giornalisti liberi?”. “Difendo tutti i giornalisti -ha risposto Veltroni- ma il problema esiste perche’ tutti sentiamo una specie di cappa di piombo nelle tv e il sistema informativo italiano non e’ fondato sull’autonomia”.